Sulla sostenibilità digitale: lectio del Prof Stefano Epifani
Sabato 7 marzo, alle ore 10:30, nella Sala del Consiglio dei Palazzi Comunali di Todi, su iniziativa Ciuffelli-Einaudi, con la collaborazione di altre istituzioni e Ordini professionali, è in programma una conferenza del professor Stefano Epifani, docente di Internet Studies all’Università “La Sapienza” di Roma, advisor internazionale sui temi della sostenibilità digitale, dal 2010 collaboratore con Agenzie delle Nazioni Unite ed altre istituzioni sul tema degli impatti della trasformazione digitale applicata ai processi di sviluppo sostenibile.
Obiettivo del seminario è quello di riflettere sulla possibile convergenza tra tecnologie digitali e sostenibilità economica, sociale e ambientale, definite dai 17 obiettivi di Agenda 2030. Partendo dal presupposto che le tecnologie hanno reintermediato e stanno modificando ogni comparto, Epifani proverà a delineare possibili scenari futuri e i contributi che i diversi professionisti possano dare per definire un nuovo modello di società.
L’incontro gode del patrocinio e della collaborazione dell’Ordine dei Giornalisti, della Federazione dei dottori agronomi e forestali e del Collegio dei periti agrari, i quali hanno rinosciuto l’iniziativa valida per il rilascio dei crediti professionali.
“La cosa forse più complessa quando parliamo di Sostenibilità Digitale – spiega Stefano Epifani – è che non stiamo parlando principalmente di tecnologia, ma di ambiente, economia e società. E di quelli che sono effetti ed impatti della tecnologia su questi sistemi. Ciò implica che, per costruire un approccio tecnologico alla sostenibilità, si debba partire da un approccio sociale, economico ed ambientale. In altri termini, se la tecnologia è uno strumento, sviluppare la sostenibilità digitale vuol dire due cose: in primo luogo prefigurarsi l’obiettivo che si vuole raggiungere utilizzandolo e, naturalmente, imparare a usarlo. La sostenibilità digitale è uno strumento che serve per costruire il futuro, ma il futuro dobbiamo immaginarlo, vederlo e volerlo. E solo allora potremo disegnarlo anche grazie alle tecnologie”.